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Disturbi psicogeriatrici e neurocognitivi

Sono una povera disgraziata. Oggi mi sento un robot: la testa non serve, è tutta confusa, mi sembra che sia nella bambagia. Faccio fatica a far tutto, a parlare, a camminare, a concentrarmi. Faccio tanta, tanta fatica. Sono sempre stanca, mi alzo stanca e tutto il giorno è così. Mi sembra di vivere in un'altra dimensione, mi sembra che la parte migliore di me sia scomparsa. Non saprei neanche come chiedere aiuto, tanto è grande il disagio. È veramente un brutto vivere. Di me non ho niente da dire. È un periodo nero, vedo tutto scuro. Mi dimentico tutto, sono all'oscuro di tutto. Mi dicono che sono un po' svampita: una che non riesce neanche a prendere l'ascensore, cosa vuoi che faccia?
Non riesco più a cucinare. Se devo fare da mangiare non so come comportarmi. Ad esempio, se mi metto a fare la verdura, vorrei che in 5 minuti fosse già pronta, ma ci vuole il suo tempo, no?
Questa malattia mi ha frenato su tutto. Prima stavo così bene, non mi fermava neanche un carro armato. Vorrei essere quella di una volta, spaccavo tutto. Le mie figlie mi hanno detto di venire qua. La prima settimana rifiutavo il cibo e mi vergognavo. Al gruppo mi sentivo un po' impacciata, un po' in ansia, per paura di sbagliare. Poi ci si trova bene in compagnia delle altre persone, durante il gruppo ora riesco a dimenticare i miei problemi. Io penso che la malattia sia un ostacolo dei nervi, ma una malattia che si può curare.
Per il resto, tutto quello che ho nel cuore spero si avveri in una guarigione.

Disegni originali degli ospiti della Casa di Cura.